Didattica laboratoriale: apprendimento collaborativo ed inclusivo.
La didattica laboratoriale è un approccio di non recente scoperta. Nasce con l’attivismo pedagogico di John Dewey e Célestin Freinet i quali evidenziarono l’importanza della scoperta personale come stimolatore di conoscenza.
Questo metodo di insegnamento consente agli studenti di esperire dal vivo tutti i concetti appresi o da apprendere superando, così, la logica della semplice lezione frontale.
Attività concrete e manuali che coprono le diverse discipline scolastiche, stimolando capacità di ragionamento, pensiero critico, problem solving e collaborazione, sono il focus della didattica laboratoriale.
Una vera e propria strategia dove lo studente, che diventa vero e proprio protagonista, si appropria delle conoscenze contestualizzandole anche all’utilizzo. Viene, così, a cadere quel confine tradizionale tra imparare le nozioni teoriche e metterle in pratica.
Il laboratorio, quindi, diventa parte integrante della lezione. Socializzazione, partecipazione, curiosità, metodo di ricerca e praticità consentono l’elaborazione di contesti che valorizzano competenze e potenzialità degli alunni in modo da riuscire ad apprendere le complessità della società moderna.
Come si struttura la didattica laboratoriale
La didattica laboratoriale è molto diffusa nelle scuole dell’infanzia e primarie poiché, appunto, consente di trasmettere nozioni e concetti in maniera facile e flessibile.
Adottare una strategia di didattica laboratoriale prevede:
- il ruolo attivo e collaborativo dello studente in tutte le fasi;
- la preparazione di un’attività di un certa durata atta a realizzare un prodotto finale (reale, digitale o altro);
- l’integrazione di abilità operative e cognitive;
- la contestualizzazione delle conoscenze teoriche;
- la predisposizione di attività e non contenuti astratti;
- una logica di apprendimento non finalizzata alla conoscenza ma al “saper fare” (learning by doing);
- la creazione di attività e ambientazioni autentiche ed utili ai fini quotidiani.
Il ruolo del docente subisce, quindi, cambiamenti notevoli. Il suo ruolo dovrà slegarsi dall’impegno che solitamente riversa nella presentazione dei contenuti. Piuttosto, dovrà focalizzarsi sulle opportunità di apprendimento, sulla progettazione dell’unità didattica laboratoriale e sulla messa a disposizione delle risorse necessarie per fornire supporto agli studenti.
Il tutto sarà legato ad una continua sollecitazione degli alunni, all’invito alla riflessione su ciò che si sta realizzando, all’incentivazione ai gruppi di lavoro concedendo loro autonomia, responsabilità e gestione dei conflitti.
D’altro canto, lo studente sarà capace di potenziare i suoi processi cognitivi e metacognitivi e avrà un ruolo da protagonista. Inoltre, la didattica laboratoriale consente anche di valorizzare al meglio i suoi interessi e competenze se la lezione sarà strutturata adeguatamente al gruppo.
Personalizzazione, inclusività e flessibilità
L’approccio della didattica laboratoriale consente all’insegnante di personalizzare completamente la lezione. Sarà, appunto, lei stessa a decidere come predisporre l’argomento, quali risorse fornire, quale risultato richiedere agli studenti.
Può, quindi, elaborare un piano didattico che risponda completamente alle esigenze della sua classe, tenendo anche conto delle singole personalità e dei bisogni educativi specifici. Senza tralasciare il fatto che la didattica laboratoriale può essere applicata a qualsiasi contesto disciplinare.
Da qui un’alta flessibilità della strategia, che consente di adattarsi facilmente a qualsiasi esigenza educativa, grazie anche alla possibilità di sfruttare lo spazio della classe nel modo che si ritiene più opportuno.
E’ possibile utilizzare sia spazi appositi, dotati di particolari infrastrutture, oppure organizzare la classe per favorire il tipo di lezione prescelto.
Strettamente connessa alla flessibilità è anche l’inclusività: nella didattica laboratoriale tutti i gruppi di alunni partecipano attivamente alla risoluzione del problema e all’elaborazione del prodotto finale. In egual modo, ogni alunno apporta il proprio singolo contributo e saranno gli studenti stessi a gestire le dinamiche e logiche collaborative.
Da qui un forte orientamento alla responsabilizzazione e autonomia, che rendono la didattica laboratoriale un approccio concreto ed esperienziale.
La didattica laboratoriale con Martina
La piattaforma Martina è uno strumento altamente flessibile che consente di coadiuvare l’insegnante nella predisposizione della didattica laboratoriale.
Può assolvere ad una duplice funzione:
- può essere utilizzato come strumento multimediale che consente all’insegnante di veicolare i concetti da mettere in pratica;
- può essere utilizzato come strumento dove creare l’elaborato finale e concretizzare i concetti appresi.
L’utilizzo è davvero versatile e si presta a qualsiasi tipo di disciplina desiderata.
La nostra proposta di didattica laboratoriale: dalla logica allo spartito
Un modo semplice e divertente per avviare i bambini alla musica e al senso del ritmo è accompagnare l’ascolto di brani musicali con la Body Percussion.
La prima cosa da fare è presentare ai tuoi bambini il MUSICOGRAMMA: avvia la piattaforma, aggiungi i riquadri, definisci i simboli e le azioni corrispondenti, presenta la tua sequenza ai bambini e spiega loro come riprodurre il ritmo.
Oppure…
Dopo esservi divertiti a ritmo di musica, lasciali liberi di agire sullo schermo per creare essi stessi la loro sequenza preferita.
Lavorando in gruppo, fa scegliere loro simboli o immagini da associare alle azioni: puoi lasciarli liberi di scegliere tra tutti gli stickers della piattaforma o restringere la scelta solo a determinate categorie.
Fai motivare la loro scelta e spronali a confrontarsi sulla scelta fatta.
Come terzo step, poi, partendo da una base comune, chiedi ai bambini di comporre il proprio MUSICOGRAMMA e riprodurre in classe il loro ritmo personalizzato.
Sarà divertente vedere quanti modi diversi hanno trovato i vari gruppi per animare la base.
Naturalmente, la piattaforma Martina può essere utilizzata in qualsivoglia momento dell’attività laboratoriale oppure, lasciata per ultima, in modo da riportare il lavoro fatto in classe di tipo manuale e sonoro su schermo attraverso le sequenze logiche del ritmo.
In questo modo stimolare la percezione del ritmo e il lavoro di squadra, incentivare l’autostima e le espressività corporea e canora diventa semplice e divertente, poiché dalla teoria alla pratica è davvero un attimo!